È una tranquilla giornata di luglio, mi sveglio presto e aspetto che il mio ragazzo si prepari per accompagnarmi a Fiumicino. Durante il tragitto il mio stato d’animo è pari a quello di una bambina in un negozio di caramelle: non vedo l’ora di tuffarmi in questa incredibile avventura! Arrivata al gate, saluto il mio ragazzo ed entro per incontrarmi con la mia compagna di avventure: una simpatica ostiense dai riccioli d’oro con cui due anni prima avevo affrontato con tenacia un trimestre presso la 北外大学.
Ci dirigiamo verso l’imbarco e saliamo sul nostro primo aereo, quello per Xi’an, tutto procede per il meglio: volo in orario, nessuna turbolenza.. insomma sembra tutto perfetto. Arrivate a Xi’an, però ci aspetta la prima sorpresa: a causa di un uragano hanno cancellato il nostro volo per Taipei, ci tocca trascorrere la notte in aeroporto e aspettare il giorno dopo. All’interno dell’aeroporto c’è un hotel ma non ci sembra molto economico, dovremmo trascorrere un mese e mezzo a Taiwan e non vorremmo spendere troppo, così decidiamo di sfruttare gli “sleepbox”, a prima vista non sembrano molto accoglienti ma siamo distrutte e abbiamo assolutamente bisogno di un letto morbido.
L’indomani ci svegliamo più rilassate e finalmente possiamo raggiungere Taiwan!!
Una volta atterrate avrebbe dovuto attenderci la nostra “buddy” ma a causa del ritardo i piani sono saltati, dobbiamo prendere il bus e arrivare autonomamente alla città più vicina dove ci avrebbe atteso la nostra “mamma adottiva” – per me solo per una settimana in quanto mi sono candidata per un altro progetto -. Per fortuna conosciamo il cinese anche se qui utilizzano i caratteri non semplificati!
Scendiamo a Puli (nella contea di Nantou) e non avendo idea di quale aspetto abbia la nostra “mamma adottiva”, come prima cosa decidiamo di acquistare una simcard locale così da poterci mettere in contatto con la nostra buddy e poi con lei.
Dopo un paio d’ore la nostra “mamma adottiva” ci raggiunge per portarci finalmente a casa! È una donna esile, con gli occhiali e i capelli corti, non saprei l’età ma dimostra al massimo 40 anni e fortunatamente conosce l’inglese. Prima di andare a casa ci chiede se cortesemente possiamo andare con lei a comprare qualche provvista, accettiamo e al supermercato incontriamo un suo vicino di casa che ha vissuto per un po’ a Roma perciò parla perfettamente l’italiano! Qui sembrano tutti simpatici e cortesi!
Arrivate a casa scopriamo con piacere che la nostra “mamma adottiva” ha due figli: il maschio di 8 anni e la femmina di 5. Ci chiede se preferiamo dormire da lei o da una sua vicina che ha una casa più grande e una stanza già pronta per noi. Dopo averci pensato un po’ su optiamo per la seconda scelta. La sua vicina per vivere vende i prodotti del suo orto, ha una figlia adolescente molto gentile e curiosa di interagire con noi.
Per me questa avventura tra gli aborigeni taiwanesi durerà solo una settimana, ma insieme alla mia famiglia adottiva abbiamo visitato diversi luoghi e ho partecipato ad alcune attività della comunità: la messa (sono cristiani), i preparativi per la festa locale con danze tipiche, siamo stati alle terme e abbiamo visitato le piccole botteghe degli artigiani locali che realizzano a mano i loro prodotti in pelle. Inoltre mi hanno fatto visitare una scuola elementare.
Per sdebitarci di tutto il loro affetto io e la mia amica ostiense abbiamo deciso di preparare la pizza per tutto il villaggio, le donne ci hanno aiutato pur non sapendo bene quali fossero i passaggi della preparazione ed è venuta un’ottima margherita.
È stata un’esperienza indimenticabile che mi ha insegnato molto! Consiglio a tutti di intraprendere un viaggio di questo tipo in Cina o a Taiwan, non solo per approfondire lo studio della lingua e della cultura, ma anche per entrare in contatto con la gente ed abbattere gli stereotipi e le barriere culturali.
Se volete sapere cosa ho visitato vi lascio questo video-racconto:
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