Forse non tutti sanno che tra le antiche tradizioni più popolari in Cina c’è l’allevamento dei pesci, una pratica radicata nella fascia più anziana della popolazione. Una pratica, questa, paragonabile per importanza all’intaglio della carta, alla lavorazione dei nodi, alla manifattura di aquiloni, all’allevamento di insetti e uccelli, ecc…
Meglio conosciuta come acquacoltura, questa pratica consiste nel raggruppare specie molto diverse di pesci rossi, di cui la Cina è dotata, in vasche colorate, piene di sassi, acque limpide e sorgenti, ottenendo un composto naturale molto caratteristico di parchi, giardini e case private. Sarebbe impossibile immaginare un luogo all’aperto senza la presenza di laghetti o fontane, ma anche le case a volte sono decorate con ampie vasche scenografiche.
Oltre ad essere una pratica del tempo libero, l’acquacoltura è anche praticata a scopi economici. La Cina ne è il primo produttore al mondo e ciò fa di questo paese uno dei più grandi consumatori di pesce a livello mondiale. Molte sono le varietà coltivate e apprezzate dai sinici. In particolare, il pesce, per la sua forma, ma anche per il suo nome in cinese (鱼yu) è da sempre sinonimo di abbondanza e ricchezza (per via dell’omonimia col carattere 余 avanzo). Ecco perché non manca mai sulla tavola nelle grandi occasioni!
Ma attenti a non mangiarne troppo, badate a che avanzi!
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