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L’animazione dal Giappone all’Italia: ricordi sparsi di un appassionato (pt.1)

Devo essere sincero: ho sempre fatto schifo nel dare titoli a questi articoli. Ma giuro che ci sto lavorando.

A questo giro volevo condividere un  paio di cari ricordi, unirli goffamente in una critica, e magari dare anche qualche buon consiglio per gli acquisti.

Parliamoci in faccia: è impossibile non cadere nel topic “manga e anime” quando si parla del Giappone. Argomento inflazionato, ma piacevole tappa d’obbligo per la stragrande maggioranza degli amanti del Sol Levante.

Quando ero un ragazzino, da buon asociale cronico, mi ritrovato praticamente incollato alla TV e, girando tra i canali locali e non, mi capitava spesso di imbattermi in serie animate storiche che, a onor del vero, guardavo più perché non c’era un cavolo d’altro da vedere.

Su canali come, per esempio, Junior TV, mandavano prevalentemente in onda anime nati negli anni ’70 e ’80. I primi avevano un tocco pesante, ed erano pesanti proprio di loro per molti ragazzini, diciamocelo; ed erano quelli che più ero “costretto” a guardare. Ah, che ingiustizia!

Immaginate, o comunque cercate di ricordare, questi /e ragazzetti/e dai 7 ai 12 anni davanti ad anime quali Ken Il Guerriero, l’Uomo Tigre, Starzinger, Capitan Harlock, Gordian, Galaxy Express, e altra roba apocalittica/violenta. Io sentivo quasi un senso di OPPRESSIONE in quei 25 minuti di durata, eppure a riguardarli adesso, mi rendo conto che profondità di questo genere raramente sono state toccate negli anni a seguire (e lo dico da nostalgico che ricorda il passato, ma anche da avido “animofilo” che si gode il presente e guarda speranzosamente al futuro), e ovviamente mi rendo anche conto che da ragazzino non capivo un emerito.

Quand’è che a 10 anni potevo mai rendermi conto che L’Uomo Tigre era ambientato dopo la Seconda Guerra? Quando potevo realizzare che il tema del razzismo e addirittura del nazismo (!) erano insiti in quell’anime (nel manga di più, ma va beh)? Addirittura ricordo un lottatore chiamato proprio “Il nazista”, e la cosa mi faceva  molto ridere, perché MAI gli anime colorati e iper-censurati di Italia 1 di un tempo si sarebbero sognati di far scontrare le menti candide dei giovani con parole o con situazioni di questo genere, no. Invece tagliavano le scritte in Giapponese (perchè? Cioè, lo so il perché, ma che senso ha?), distruggevano intere puntate, demolivano interi dialoghi, creando più buchi di quanti invece tentassero di coprire.

Un peccato.

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