Lo scrittore Su Tong nacque nel 1963 a Suzhou da una famiglia povera, nella sua autobiografia per l’edizione italiana di “Mogli e concubine” ci dice che il suo amore per la letteratura lo accompagna da tutta la vita e che molti dei suoi romanzi traggono spunto dalla sua infanzia. Si presenta ironicamente come un uomo molto pacato e tranquillo senza particolari interessi in campo politico. Nel 1980 ha iniziato a studiare all’Università a Pechino e le sue prime opere vennero pubblicate da alcune riviste. Dopo la laurea si è trasferito a Nanchino dove lavora come redattore presso la rivista “Zhongshan”.
“Mogli e concubine” è un romanzo uscito in Italia nel 1992, da cui il regista Zhang Yimou ha tratto il film “Lanterne rosse” uscito nel 1991, credo che sia uno dei primi film cinesi conosciuti in Occidente.
Narra la vita delle donne nella Cina tardo-imperiale, in particolare quella di Songlian, la quale dopo la morte di suo padre divenne la quarta moglie del ricco Chen Zuoqian, le altre tre erano Zhuoyun, Meishan e Yuru. Pur trovandoci nella Cina imperiale, Songlian era una donna piuttosto caparbia, infatti non esitava ad esprimere il proprio pensiero, anche con Chen Zuoqian e spesso non rispettava l’etichetta. Tutto ciò ovviamente la portò ad inimicarsi le altre donne della casa, ad isolarsi e ad avere alcune visioni, lei stessa non comprendeva se fossero reali o meno. L’unico abitante della casa con cui aveva un rapporto di amicizia era Feipu, il figlio di Meishan, suo coetaneo ma neanche questo le diede sollievo, Songlian infatti non riusciva a sopportare la sua condizione di concubina, che alla fine causò la sua follia.
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