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Immagine del redattoreCamilla Canepari

La Festa del Doppio Nove in Cina

La Festa Chongyang (in cinese 重阳节 Chóngyángjié) o Festa del Doppio Nove (重九节 Chóngjiǔjié) è una festa tradizionale cinese che cade il nono giorno del nono mese lunare. Quest'anno si celebra proprio oggi, domenica 25 ottobre.



In Cina esiste una forte simbologia legata ai numeri e secondo il Libro dei Mutamenti (易经Yìjīng), il nove è il simbolo dello Yang (阳), ossia dell'energia maschile, opposto allo Yin (阴) simboleggiato invece dal numero sei e identificato con l’energia femminile.

Dal momento che nel nono giorno del nono mese lunare appaiono due 9 (e quindi due Yang), la festa è anche conosciuta come “Festa Chongyang” in cui chóng 重 significa “doppio” e, quindi, “Festa del doppio Yang”.


In cinese, poi, nove si dice jiǔ (久): dalla sua ripetizione jiǔjiǔ (久久) risulta una parola omofona dell’espressione “a lungo, per lungo tempo”, concetto messo in relazione con la longevità. Proprio per questo, in epoca moderna si è deciso di celebrare nello stesso giorno anche la Festa degli Anziani (老人节 lǎorén jié), per augurare loro salute e lunga vita.



Celebrata in tutto l’Estremo Oriente, la Festa del Doppio Nove è nata come occasione per onorare i raccolti autunnali. In Cina ha cominciato a diffondersi nel periodo degli Stati combattenti (453 a.C. – 221 a.C), guadagnando popolarità durante la dinastia Han (206 a.C.-220 d.C.).



La leggenda


Come per ogni festività cinese, anche la Festa Chongyang è legata a storie e leggende che ne raccontano le origini.

La leggenda narra che al tempo degli Han orientali, viveva un terribile mostro nelle acque del fiume Nu. Ogni volta che questo saliva in superficie, le persone del luogo si ammalavano e, poco dopo, morivano. In quel tempo, viveva un giovane uomo di nome Heng Jing, i cui genitori morirono della stessa sorte degli altri abitanti e che sopravvisse alla malattia.

Scampato alla morte, decise di trovare un modo per uccidere il mostro. Raggiunse così l’immortale Fei Changfang, l'unico in grado di scacciare gli spiriti.

L'immortale decise di aiutare il ragazzo e, dopo avergli dato una bustina di foglie di Zhuyu (un albergo profumatissimo che cresce in Cina) e del vino di crisantemo e dopo avergli insegnato l'arte della spada, gli disse di ritornare al villaggio perché il mostro sarebbe arrivato il nono giorno del nono mese lunare.

Una volta tornato, Heng Jing esortò gli abitanti e i suoi amici ad andare in cima alla montagna con una foglia di Zhuyu e un bicchiere di vino di crisantemo. Arrivato in superficie, il mostro rimase stordito dall’odore delle foglie dell'albero e del crisantemo, così Heng Jing lo uccise con la sua spada.


Da quel giorno, salire sulla cima delle montagne nel nono giorno del nono mese dell’anno divenne una tradizione portata avanti fino ai giorni nostri. Oggi, è diventata un’occasione per fare gite di famiglia in montagna (la festa, infatti, è anche definita Dēnggāo jié登高节, ovvero “Festa del raggiungimento della cima” o “Festa della scalata della montagna”), con lo scopo di allontanare le malattie future.

L'attività di scalare le montagne, che in passato riparava dalle epidemie, è considerata una salutare occasione per godere della natura autunnale, ma tradizionalmente questa attività veniva considerata come un'opportunità per raggiungere posizioni superiori nella propria vita. Si crede infatti che salire in cima alle montagne possa contribuire alla longevità.


Le usanze


Per ogni festività, ci sono delle usanze e delle tradizioni culinarie che la caratterizzano.

Nel caso della Festa Chongyang, i cinesi amano bere il vino di crisantemo e mangiare i tortini Chonqyang (重陽糕 chóngyánggāo). Questi ultimi sono dei dolci floreali (花糕 huāgāo) o torte del crisantemo (菊糕 júgāo) anche detti torte del doppio nove o del doppio yang.



La tradizione vuole che la torta, anticamente, venisse preparata dai contadini dopo i raccolti autunnali, per avere un assaggio della stagione appena trascorsa. Sono tortini di riso glutinoso, miglio o fagioli, cotti al vapore, decorati con bandierine colorate, posizionate tra castagne, pinoli, melograni o anche giuggiole.

Durante la dinastia Qing, la torta prendeva la forma di una pagoda a 9 piani ed era sormontata da due figure di pasta raffiguranti delle pecore, che in cinese si dicono yáng (羊), omofona a 陽, carattere che compare nel nome del dolce. Come per la scalata delle montagne, le torte aiuterebbero ad ottenere una posizione più importante nella propria vita; infatti la parola 糕 (gāo, "torta") è omofona al termine 高 che significa “alto".

Il fiore simbolo della festa è il crisantemo, che oltre ad essere presente in forma di bevanda, è anche oggetto di ammirazione, visto che il nono mese lunare coincide con il periodo della sua fioritura e molti cinesi si recano a fare lunghe passeggiate nei giardini che ospitano questi fiori.



Il crisantemo è un fiore molto presente nella lunga tradizione cinese. Nato proprio in Cina, si ritrova in documenti scritti del passato, risalenti al V secolo a.C. Considerato il fiore della longevità, dall’epoca Tang cominciò ad essere usato per abbellire le acconciature femminili ma nel corso dei secoli, poi, si diffuse anche l’abitudine di decorare porte e finestre con crisantemi con l’intento di allontanare la cattiva sorte.



Un altro elemento chiave tra le usanze di questa festa è il zhūyú (茱萸), un albero sempreverde estremamente profumato che nasce in Corea e in Cina, a cui sono attribuite virtù curative e medicinali. Per queste ragioni i suoi rami vengono portati specialmente da donne e bambini, sulle braccia, sul collo o raccolti in piccole bustine. Si credeva infatti che piantare il zhuyu durante la festa fosse di buon auspicio e permetteva di ripararsi da disastri e malattie.

Nel corso della festa si è soliti raggiungere luoghi elevati e quando si salivano le montagne, generalmente si portavano fra i capelli rami di zhuyu e si consumava vino di crisantemo.




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