Il solstizio d’inverno (冬至 dōngzhì) in Cina è documentato sin dalle Dinastie Zhou e Qin (1046 – 207 a.C.), tuttavia è stato festeggiato nel vero senso della parola solo a partire dalla Dinastia Han ( 202 a.C. – 220 d.C.). Durante quello che può essere considerato il periodo dell’oro della Cina imperiale, ovvero nel corso delle Dinastie Tang e Song (618 – 1279), gli imperatori erano soliti pregare in questo giorno affinchè gli antenati garantissero una vita migliore al popolo, si pensa addirittura che il Tempio del Cielo sia stato costruito proprio per questa attività.
Attualmente cade tra il 21 e il 23 dicembre (quest’anno è il 22), ed è considerato dai cinesi come una sorta di piccolo capodanno, durante questa festività infatti solitamente le famiglie si riuniscono per trascorrere del tempo insieme, scambiarsi regali e mangiare.
I cibi che si consumano durante questa festività, tuttavia, si differenziano nelle varie zone della Cina: nel nord sono soliti mangiare diversi tipi di ravioli: 饺子 jiǎozi, 馄饨 húntun e carne di montone. Nel sud, 汤圆 tāngyuán – una sorta di gnocchi di riso glutinosi – e spaghetti cinesi.
Questi piatti hanno un significato particolare, ad esempio gli 饺子 jiǎozi sono tra i principali cibi del Nord della Cina. Secondo un’antica leggenda Zhang Zhongjing, un rinomato medico della Dinastia degli Han Orientali (25 – 220), quando tornò dalla sua carica di capo prefettura durante l’inverno, trovò i suoi compatrioti affamati e congelati, molti di loro avevano i geloni alle orecchie, così durante il solstizio d’inverno, preparò per loro gli 饺子 jiǎozi con un ripieno di erbe medicinali e ingredienti che proteggevano dal freddo per farli stare meglio. Nei secoli si è poi tramandata la credenza secondo cui durante il lungo periodo invernale si rischia che si congelino le orecchie se non si consumano gli 饺子 jiǎozi caldi. I 汤圆 tāngyuán sono invece omofoni della parola 團圓 tuányuán, che significa “riunione”, perciò vengono mangiati come simbolo di riunione famigliare.
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