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Immagine del redattoreCamilla Canepari

Halloween è alle porte, ma in Cina si festeggia?

Halloween è una celebrazione anglosassone di origine celtica, che si svolge in tutto il mondo la notte del 31 ottobre.

Dalle candele illuminate in onore degli spiriti ai costumi bizzarri, dai dolcetti o scherzetti dei bambini alle leggende millenarie, questa giornata è festeggiata in modo diverso a seconda dei paesi e delle loro tradizioni.



Ma in Cina si festeggia? La risposta è sì!


La celebrazione cinese di Halloween (万圣节 wànshèngjié) è conosciuta come Teng Chieh. In occasione della fine del capodanno cinese, il quindicesimo giorno del primo mese del calendario lunare, si svolge il Chieh, chiamato anche the Lantern Festival. La tradizione vuole che accanto a foto di amici e parenti scomparsi si metta del cibo e dell'acqua. I templi buddisti si riempiono di imbarcazioni di carta che vengono bruciate nella notte, mentre le lanterne appese in tutto il paese illuminano la notte. Queste tradizioni servono ad aiutare gli spiriti dei morti a trovare la loro strada verso casa.



Negli ultimi anni, a seguito della globalizzazione e dell’apertura della Cina verso il mondo ma anche per la capacità del paese di assorbire le usanze delle altre culture e di sfruttarle a scopi commerciali, le feste di origine occidentale hanno riscosso sempre più grande successo tra i giovani cinesi e tra queste anche Halloween.

Bisogna considerare, però, che feste tradizionali riguardanti gli spiriti e i fantasmi hanno sempre scatenato gli incubi dei cinesi fin dall’antichità. Sono infatti tantissime le spaventose leggende che si sono diffuse sul web.


La più famosa è quella dell’autobus notturno 375 di Pechino.

La storia risale al 1995, quando durante una notte un giovane, un signore anziano e una coppia salgono sull’autobus, diretto verso l’ultima fermata.

Durante il tragitto, l’autista vede due persone che sbracciano in mezzo alla strada, vestite con abiti tradizionali dell’epoca Qing e decide di farli salire ugualmente nonostante non prevedesse più fermate. L’anziano sul bus li osserva a lungo insospettito e ad un certo punto intavola una discussione con il ragazzo salito a bordo con lui, sostenendo di avergli rubato il portafoglio. Il litigio degenera e l’anziano chiede all’autista di farlo scendere, insieme al giovane, perché voleva segnalare il suo comportamento alla polizia.

Il ragazzo tenta di difendersi dicendo che non ha fatto nulla e che il signore si era inventato tutto. L’autista, stufo delle urla, decide di farli scendere e di proseguire il viaggio senza loro due. Una volta scesi, il ragazzo continua a chiedere spiegazioni all’anziano, che finalmente risponde di aver organizzato una messinscena solo per salvargli la vita, perché quei due strani passeggeri saliti lungo la strada non erano esseri viventi, ma fantasmi assetati di sangue. L’autobus 375 è stato ritrovato qualche giorno dopo, molto lontano dal punto della sua destinazione, con all’interno tre cadaveri in decomposizione e il serbatoio pieno di sangue umano. Le dinamiche di tutta la faccenda sono ancora avvolte dal mistero.


Un’altra leggenda riguarda la città di Hong Kong, segnata dall’episodio conosciuto come The Hello Kitty Murder.

La vicenda vuole che nel 1999 una ragazzina di 14 anni si presentò alla stazione di polizia di Tsim Sha Tsui ad Hong Kong. La ragazzina era totalmente fuori di sé, era spaventatissima e continuava a ripetere frasi senza senso: sosteneva di essere perseguitata dal fantasma di una donna che lei ed altre persone avevano ucciso in passato. La ragazzina non riusciva a calmarsi, per cui la polizia decise di accompagnarla a casa per assicurarsi che tutto fosse tranquillo.

Ma una volta arrivati a casa sua, al terzo piano di una palazzina al numero 31 di Tsim Sha Tsu, trovarono la casa vuota, ma era evidente che nell’edifico vivevano altre persone. La bambina, agitatissima, non riusciva a dire una parola ma indicò agli agenti un enorme pupazzo di Hello Kitty, a terra vicino a letto.

Intravedendo qualcosa di lucido al suo interno, un agente scucì il pupazzo e vi trovò un teschio umano. Grazie agli investigatori e alla testimonianza della ragazzina, si scoprì che il cranio apparteneva a Fan Man-yee, una ragazza cinese di 22 anni, che era già nota alla polizia per prostituzione. La donna, l’anno precedente, aveva cominciato a lavorare in una casa d’appuntamento del distretto, dove la maggior parte della sua clientela erano malavitosi. Uno di questi la rapì e la ragazza diventò l’oggetto delle sue follie e di quelle di altri tre complici, che iniziarono a torturarla per il solo gusto di farlo. Dopo due mesi di torture, Fan morì in casa e i suoi aguzzini macellarono il corpo nascondendo il cranio all’interno del pupazzo.

Dopo l’arresto dei colpevoli, la polizia notò sulle telecamere di sicurezza che nei mesi successivi alla morte di Fan vi era una donna, sfocata nelle immagini delle riprese, che si aggirava costantemente intorno all’appartamento durante le più svariate ore notturne. Questo crimine fu nelle prime pagine dei giornali per molto tempo e sono tanti coloro che non si avvicinano ancora oggi, da soli e di notte, a quella palazzina al numero 31 di Tsim Sha Tsu.


Come anticipato, il Paese del Dragone negli ultimi anni ha accolto positivamente la tradizione di Halloween e ormai è possibile trovare costumi e gadget paurosi proprio nei supermercati o negli shopping mall, mentre i locali e i ristoranti sono addobbati con zucche, fantasmi e scheletri e organizzano party a tema per l’occasione. Ma la Cina ha tradizioni completamente diverse riguardo al culto dei defunti e le festività più importanti sono due.


La prima, simile ad Halloween, è conosciuta come il "Giorno dei Fantasmi" (in cinese 鬼节 guǐ jié). La festività cade nel mese di luglio e durante la notte dedicata agli spiriti, i cinesi sono soliti bruciare carte o incenso e lasciare offerte. I fantasmi sono quelle anime che non trovano pace e tentano di prendere contatti con il mondo dei vivi. Per evitare di incontrarli quindi, la tradizione consiglia di non fare foto (dal momento che facendole si potrebbe immortalare uno spirito e potrebbe portare ad una futura possessione), non aprire gli ombrelli, non sposarsi, non girovagare di notte, non toccare i muri (considerati come i portali attraverso cui i fantasmi si spostano) e bisogna ricordarsi di ritirare il bucato. La credenza vuole infatti che se gli spettri attraversano i panni stesi lasciati ad asciugare, gli indumenti rimarrebbero impregnati di sfortuna, che impatterebbe sul proprietario.

Durante la notte dei fantasmi in Cina si deve resta in casa perchè come sostiene un detto popolare cinese 不做亏心事,不怕鬼敲门 (bú zuò kuīxīn shì, bú pà guǐ qiāo mén), i fantasmi non bussano alla porta di chi non ha fatto nulla di male.

La seconda, invece, ha una forte comunanza con il Giorno dei Morti italiano ed è conosciuta come il "Giorno degli Antenati" (清明节 qīngmíng jié): è una festività molto importante in Cina, una delle più diffuse subito dopo la Festa di Primavera o Capodanno cinese.

Cade in aprile ed è la giornata dedicata a pulire le tombe dei famigliari scomparsi. Durante la giornata, tutta la famiglia si reca nei luoghi di sepoltura degli antenati per prendersene cura, fare offerte (portando anche del cibo come il riso) e richiedere benedizioni, nonché bruciare oggetti di carta e soldi per inviare beni nell’aldilà.





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